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IL MUSEO DI STORIA NATURALE DI CREMONA


Oggi ho finalmente trovato un po' di tempo libero da dedicare alla cultura scientifica. Presa la palla al balzo ho visitato, finalmente, il nuovo Museo di Storia Naturale di Cremona.
Ricollocato, qualche tempo fa, nel medesimo palazzo del museo Civico, il Museo di Storia Naturale è stato riassemblato in uno scenario di straordinaria eleganza, coniugando antichi e nuovi arredi in stanze opportunamente adibite con tinte eleganti, appariscenti ed esaltanti le collezioni esposte. 
Il percorso, circolare, risulta lineare e ben articolato, costituito, in larga parte, dalle collezioni storiche di animali impagliati, soprattutto uccelli.





All'ingresso l'impatto è entusiasmante, caratterizzato da una vasta profusione di colori di penne e di piume delle specie esotiche perfettamente in sintonia con lo stile ottocentesco delle vetrine. Ad alcuni esemplari di specie dai piumaggi eleganti e colorati è affidato il compito di accogliere ed attrarre l'attenzione del visitatore, per poi indirizzarla verso vetrine capaci di ospitare, in modo mai stucchevole, esemplari di mammiferi, anch'essi esotici e rari, e numerosi rettili ben preparati e conservati. Questi ultimi però, forse per la sensibilità e la passione che provo verso i cheloni, un poco malinconici.



I passaggi da una sezione all'altra sono netti, con le descrizioni e le introduzioni forse un poco nascoste, quasi in disparte per non alterare il magnifico percorso visivo di collezioni capaci di rievocare antichi gabinetti delle curiosità settecenteschi ed ottocenteschi, dove la ricerca della specie rara, esotica, spettacolare, costituiva l'attrazione principale.
Da segnalare a tal proposito uno straordinario dente di narvalo di straordinarie dimensioni e stato di conservazione.


Una bella collezione di minerali accoglie il visitatore in una stanza con vetrine moderne perfettamente illuminate, capaci di esaltare ogni cristallo senza il fastidio di un solo riflesso fuori luogo.
Si riconosce una seconda parte del percorso che dalla collezione tassonomica passa rapidamente, ma gradualmente, ad un settore più didattico, dove le specie impagliate sono inserite in diorami ambientali, molto istruttivi ed immediati, specialmente per i più piccoli. L'ultima parte del museo è didattica ambientale pura applicata al paesaggio urbano.
Non meno importante la biblioteca dei piccoli che si trova all'ingresso o all'uscita.
Unico neo la sezione paleontologica, dapprima fulcro del Museo naturalistico collocato nella vecchia sede, oggi troppo ridotta, relegata in 3, 4 vetrine, ben allestite ma caratterizzate da pochi oggetti. Certo, stiamo parlando di un museo di Storia Naturale, la Paleontologia è solo una sezione però, folgorato dal bel ricordo del vecchio allestimento sono rimasto un poco deluso. Qualche dubbio inoltre mi è derivato dall'osservazione dei resti pliocenici di cetaceo: un cranio di delfino, due segmenti di mandibola di balenottera e alcune vertebre. La località incerta suggerisce una provenienza dal Pliocene appenninico, recita la descrizione sulla vetrina, ma l'aspetto omogeneamente chiaro delle ossa e l'assenza di sedimenti o dei colori dei sedimenti caratteristici dei fossili pliocenici, ha insinuato il dubbio che possa invece trattarsi di reperti storici, non fossili.
Di certo una seconda visita, certamente gradita, o un colloquio con il curatore, sfateranno ogni dubbio.
Per chi venisse a Cremona per una gita occasionale consiglierei di certo una cappatina al Museo di Storia Naturale quale relax per gli occhi e per la mente, un bell'intramezzo tra il ricco Museo Civico, lo sfavillante Museo del Violini ed un Duomo che, nel tiepido sole di questi giorni, giganteggia sulla pianura.


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