Bison priscus (Bojanus, 1827) Stephen J. Gould, durante la sua ammirevole carriera di paleontologo ed evoluzionista scrisse: "Le scoperte più importanti si fanno nei cassetti dei musei". Si tratta di una realtà sacrosanta, come altrettanto vera è la realtà delle mirabili scoperte, relative ai fossili del Po, che si possono fare nelle cantine della bassa. Da quando il Museo Paleoantropologico del Po si è rinnovato facendosi conoscere più ampiamente sul territorio, molte cantine si sono spalancate per ridare luce e lustro ad antiche scoperte paleontologiche che tempi non maturi per la consegna, portarono ad ammuffire o ad arredare rustici e polverosi ambienti. Pochi mesi fa è giunto in museo un enorme femore di mammut rinvenuto presso Spinadesco (CR), su una barra fluviale del Po ad opera di un padre e di un figlio che collocarono la gamba del gigante nella loro soffitta per almeno 30 anni. Ieri invece è stato il turno del bisonte, un cranio di incredibili dimensioni, seppur
l'espressione di curiosità quale anello di congiunzione tra apatia e conoscenza.