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Toccata e fuga al Museo di Storia Naturale di Verona...


... al quale siamo andati, con un'intera commissione di studio, per cercare spunti espositivi da utilizzare nella riqualifica del Museo di San Daniele Po.
Il Museo di Verona è costituito da una collezione ricchissima, variegata, contraddistinta da eccellenti esemplari amalgamati nella norma espositiva scientifica.
Un percorso espositivo obbligato che, dal passato eocenico di Bolca, attraversa sezioni di mineralogia, zoologia, evoluzione, biodiversità ed entomologia, passando attraverso un gabinetto naturalistico, fossili di mammiferi quaternari fino alla preistoria della bassa lessinia. Una sezione quest’ultima, a dir vero, ingiustamente trascurata. Certamente il Museo di Verona rappresenta un excursus naturalistico coinvolgente palesemente trasversale rispetto alle tempistiche di intervento museografico.
Dalla “cattedrale di Bolca” in cui la straordinaria quantità di esemplari e la smisurata varietà di specie fossili lasciano il visitatore avvolto a meditare sull’immane catastrofe che causò l’estinzione dell’ecosistema tropicale conservato sulle nostre alpi 40.000.000 di anni fa, si procede nel percorso attraverso collezioni fissate in modo serioso e severo dallo stile rigoroso degli anni 70. Si procede poi attraverso un tripudio di modernità nella sala della biodiversità e dell’evoluzione, ricadendo in un meraviglioso “Gabinetto delle curiosità” sapientemente realizzato nella sala del Museo dedicata alla collezione naturalistica del Sig. Zangheri. Mobili creati su misura dal falegname del naturalista, oggi sapientemente restaurati, contengono un’ammirevole colleziona naturalistica che da sola vale l’intera visita museale.
Diorami, ricostruzioni, animali impagliati o conservati in alcol, costituiscono, con la corposa collezione paleontologica, un museo capace di coinvolgere il visitatore, lasciando in eredità ad esso spunti di indagine e di interesse.
La carenza di tecnologia, non sempre un male nei musei naturalistici, rappresenta in questo caso un’evidente lacuna derivante da un certo disinteresse della città, per il museo, dagli anni ’70 agli anni 2000.
Un vero peccato perchè da buon museo con notevole collezione, diverrebbe con pochi ma oculati investimenti, una vera e propria eccellenza museologica italiana.
La fama mondiale della collezione di Bolca è certamente il volano sul quale imperniare quella che potrebbe essere una fruttuosa riqualifica ed un ottimo investimento turistico per la città.


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