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ATTIVITA' "CONGELATE"

Sono trascorsi ormai diversi giorni dall’arrivo a McMurdo. Il sole cristallino riflesso dal ghiaccio è da qualche giorno soltanto un ricordo poiché una tormenta attanaglia la base sbiancando l’orizzonte e limitando fortemente la visibilità. White out viene definito il fenomeno, quando nubi a terra e polvere di ghiaccio nascondono ogni cosa creando una fitta ed impenetrabile cortina. Durante questo fenomeno la temperatura si abbassa a - 30/-40°C ed ogni attività esterna viene bloccata, sorte toccata anche agli arrivi di nuovo personale direttamente da Christchurch. La maggior parte del gruppo di ricerca sarebbe dovuta arrivare l'8 ottobre, ma prima un guasto al C17, poi le avverse condizioni metereologiche hanno obbligato ad un cambio di programma. ANDRILL si sta organizzando. Dei due pozzi inizialmente previsti si è optato per uno solo, di 1000 metri, posto nel mezzo della distanza prevista tra i due iniziali. Una scelta questa, dettata dalla necessità di ottimizzare i tempi in previsione di un’eventuale fine anticipata dei lavori per le condizioni del ghiaccio stagionale. Il sito dista dalla base circa 40 chilometri, due ore con mezzi cingolati o 5 minuti in elicottero. Anche in questo caso i programmi iniziali sono stati cambiati allo scopo di velocizzate le operazioni migliorando la sicurezza. Nessuno infatti, a parte i piloti, effettuerà le trasferte notturne dalla base al sito per prelevare le carote estratte (campioni di roccia estratti dal pozzo). Il lavoro della mia squadra di Curator pertanto si limiterà ad un prelievo dei campioni dall’eliporto e della loro gestione e preparazione fino al passaggio alle analisi successive. Mentre sto scrivendo il Drill Site è in fase di installazione, il sea riser (camicia di tubi protettiva delle aste di perforazione) è giunto alla profondità marina di circa 200 metri, e dovrebbe raggiungere il fondo del mare domani mattina (450 metri circa). Una volta calato il sea riser verranno incolonnate le aste, che scorrendo nella camicia arriveranno al fondo per iniziarne la perforazione. Il sea riser verrà poi fissato al fondo con cemento istantaneo iniettato dall’alto. Lo spessore del ghiaccio sotto il drill è di 8 metri, 2 oltre il previsto, ma circa 80 metri in meno dello scorso anno. Otto metri è uno spessore che consente di operare in tutta sicurezza, ma una eventuale diminuzione potrebbe costringere i tecnici ad adottare una tecnica di alleggerimento già utilizzata in un progetto pilota della fine degli anni ‘90: Cape Roberts (vedi schema allegato). Si tratta dell’istallazione di palloni di galleggiamento, applicati al sea riser, che vanno a sostenere la struttura alleggerendone il carico. La previsione di lavoro indica che per l’11 o forse il 12 di ottobre dovrebbero venir estratte le prime carote, così che per quella data tutto il team dovrà essere operativo. Gli italiani che partecipano al progetto sono in tutto 8, provenienti da diversi centri di ricerca ed università: Franco Talarico, Sonia Sandroni, Simona Pierdominici, Eleonora Strada, Paola Delcarlo, Marco Taviani, il sottoscritto e Fabio Florindo. Quest’ultimo, capo progetto con l’americano David Hardwood, ma per ora bloccato in Italia per motivi personali. In questi giorni l’attesa è ovviata da numerosi corsi organizzativi, dall’allestimento dei laboratori e dal tempo libero per attività collaterali, prima tra tutte la comunicazione con i propri cari.

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